La storia delle origini della Luna: una collisione con un vicino, non un invasore lontano

20

Per decenni, gli scienziati hanno dibattuto sull’origine della Luna terrestre, basandosi in gran parte sulla teoria dell’“impatto gigante”: un oggetto delle dimensioni di Marte si è schiantato contro la Terra primordiale, formando il disco lunare da cui si è coalizzata la nostra Luna. Un nuovo studio aggiunge dettagli critici a questo quadro, suggerendo che l’oggetto del disastro non era un pianeta canaglia venuto da lontano, ma un mondo fratello nato nella stessa regione del sistema solare della Terra. Questa scoperta affina la nostra comprensione di come si sono formati i pianeti rocciosi nel caotico sistema solare primordiale.

Caos iniziale del sistema solare

Circa 4,5 miliardi di anni fa, il sistema solare interno non era il quartiere stabile che vediamo oggi. Decine, forse centinaia, di embrioni planetari – corpi di dimensioni che vanno dalla Luna a Marte – si sono scontrati per lo spazio, scontrandosi e fondendosi in un gioco gravitazionale. L’immensa gravità di Giove ha agitato ulteriormente questo vaso, lanciando alcuni mondi in nuove orbite. Theia, il dispositivo di simulazione, era uno di questi primi elementi costitutivi del pianeta.

Indizi chimici nei campioni lunari

Il puzzle si è approfondito perché la Terra e la Luna condividono composizioni chimiche sorprendentemente simili. Se Theia venisse da altrove, ci aspetteremmo differenze più nette. I ricercatori guidati da Timo Hopp del Max Planck Institute hanno rivisitato campioni lunari delle missioni Apollo, insieme a rocce terrestri e meteoriti, alla ricerca di sottili tracce isotopiche. Queste tracce agiscono come impronte digitali, rivelando dove si è formato il materiale rispetto al sole.

Il team si è concentrato sugli isotopi di ferro, molibdeno e zirconio. Analizzando questi elementi in campioni lunari e terrestri, hanno potuto ricostruire il probabile luogo di nascita di Theia. I risultati hanno indicato un mondo roccioso che si è formato nel sistema solare interno, probabilmente ancora più vicino al Sole che alla Terra. Questa non è una nuova svolta nella teoria dell’impatto, ma piuttosto una conferma del quadro classico della formazione dei pianeti.

Un serbatoio non campionato

I modelli suggeriscono che sia la Terra che Theia abbiano estratto materiale da una regione “non campionata” precedentemente sconosciuta del sistema solare interno. Ciò significa un tipo di materia che non è stata trovata in nessuna collezione di meteoriti. Questo materiale mancante probabilmente si è formato vicino al Sole, forse spazzato via da Mercurio, Venere o dalla Terra stessa. La conferma richiederebbe campioni provenienti da questi pianeti, un obiettivo per le missioni future.

Il mistero rimane

Sebbene lo studio chiarisca l’origine di Theia, rimangono delle domande. In che modo l’impatto ha mescolato così profondamente i due mondi, cancellando quasi tutte le distinzioni chimiche? Risolvere questo mistero potrebbe svelare l’ultimo tassello della violenta storia della nascita della Luna, spiegando come sono nati la Terra e il nostro satellite.

Questa comprensione raffinata dell’impatto gigantesco evidenzia i primi giorni brutali e caotici del nostro sistema solare, dove la formazione planetaria non era un processo delicato ma una serie di collisioni catastrofiche.